Vivere in Thailandia è ancora oggi il sogno di molti. In tanti, imprigionati nelle gelide burocracrazie occidentali, sognano di poter un giorno vivere in quello che viene, a torto o a ragione, dai più considerato un vero e proprio paradiso terrestre, ma cosa accade quando si lascia il paradiso thailandese per quello eterno?
Per ben comprendere cosa ne sarà dei nostri beni terreni ovvero di tutto ciò che possediamo al momento della nostra dipartita per la dimora eterna sul suolo thailandese abbiamo intervistato il Dr. Carlo Filippo Ciambrelli, consulente legale di fiducia dell'ambasciata di Francia, interprete giurato ed esperto di diritto thai e internazionale.
- Mr. Ciambrelli, il diritto successorio in Thailandia è uguale a quello italiano? Ovvero, per meglio intenderci, le leggi che in Thailandia regolano l'assegnazione dell'eredità, sono più o meno quelle che conosciamo in Italia o sono diverse? In fin dei conti il sistema legislativo thailandese è in gran parte basato sui codici napoleonici e dunque molto simile al nostro. Dico bene?
@ Temo purtroppo di doverla contraddire. Le leggi thai in materia successoria differiscono in misura sostanziale da quelle italiane o da quelle in vigore in molti paesi europei. Prima di risponderle in maniera più compiuta mi preme tuttavia sottolineare un aspetto essenziale di questa nostra conversazione la cui ignoranza ha sovente generato gravi motivi di confusione: tutto ciò che stiamo per dire in questa nostra chiaccherata vale solo ed esclusivamente per i beni presenti sul suolo thailandese al momento del decesso o, come dice Lei, della partenza per il Paradiso!
Dunque, la prima grande differenza abbatte quello che noi consideriamo, direi a buona ragione, un vero e proprio "Dogma" non soltanto giuridico, ma morale: la cosiddetta quota "legittima", vale a dire quella parte dell'eredità di cui non possiamo disporre. Qui, in Thailandia, il "de cuius", (cioè il defunto dei cui beni si andrà a disporre e che per amor di prosa d'ora in poi cosí chiameremo visto che mio padre era napoletano e la parola 'defunto' mi fa impressione!) può disporre per testamento di tutto il proprio patrimonio nella sua interezza con la sola eccezzione della quota destinata al coniuge. In realtà questa parte, corrispondente al 50% dei beni acquistati dopo il matrimonio è, per la legge thai di proprietà del coniuge già prima della "partenza per il paradiso" di uno dei due a prescindere a chi sia formalmente "intestata".
- e dunque cosa comporta?
@ comporta che alla scomparsa di uno dei due coniugi, il sopravvissuto erediterà almeno il 50% dei beni aquistati dal defunto dopo il matrimonio, mentre dell'altra metà si potrà disporre liberamente e, per esempio, letteralmente diseredare i figli legittimi!
- e qualora il matrimonio non fosse stato registrato?
@ ah, questa è una domanda molto interessante. A tal riguardo, rimando tutti coloro che vogliano comprendere il profondo significato del matrimonio "tradizionale thai, non registrato a leggere il mio articolo "Matrimoni per amore...matrimoni per forza" nel quale si parla diffusamente di questa antica pratica e dei suoi effetti legali, in questa sede basterà dire che in caso di una lunga convivenza vige il criterio del "more uxorio". Vale a dire che qualora il partner o lo sposo sopravvissuto che non abbia registrato l'unione riesca a dimostrare di aver convissuto come marito e moglie col de cuius
- ahh il defunto!
@ e dai! Non fatemelo dire! Si il De Cuius, mettetelo in maiuscolo e capiamoci! ....abbia vissuto a lungo "more uxorio" col De Cuius dicevo, al partner sopravvissuto potranno essere riconosciuti gli stessi diritti di un
coniuge.
-- ma cosa vuol dire "a lungo"?
@ Non esistono dei termini fissi o perentori. Voglio ricordarle che in Thailandia i giudici danno una grande rilevanza alla "tradizione" e la stragrande maggioranza dei matrimoni anche in presenza di figli, non vengono registrati e dunque sarà il tribunale a stabilire discrezionalmente, a seconda dei casi esaminati, se si possa equiparare l'unione de facto a quella legale o meno.
-- dunque tutto ciò significa che uno scapolo, magari con sette figli, potrebbe per esempio lasciare tutto i suoi averi alla sua segretaria e niente ai figli?
@ be' questo dipende unicamente dal suo cuore...o dalla segretaria. Per la legge questa è la situazione. A parte il coniuge non c'è alcun obbligo o restrizione nel poter disporre di tutto o in parte per testamento.
-- e in caso in cui il deced...voglio dire il De Cuius, non avesse lasciato alcun testamento?
@ in caso di assenza di un testamento gli eredi legittimi saranno il coniuge per il 50%, ancora il coniuge e i tutti i familiari in "linea retta" (il che rappresenta un'altra differenza sostanziale col diritto successorio in vigore da noi) vale a dire figli e genitori De Cuius i quali si divideranno il restante 50% in parti uguali incluso il coniuge. Per esempio i beni di un marito, con uno dei genitori ancora in vita e padre di due figli che parta per il paradiso senza lasciare un testamento verranno divisi cosí: un primo 50% al coniuge, il resto verrà assegnato agli erediin parti uguali coniuge incluso.
In tal modo il coniuge avrà ereditato un totale del 62.5% dell'intero patrimonio.
-- come va compilato un testamento in Thailandia
@ in questo la lagislazione è in parte simile alla nostra. Fondamentalmente esistono tre tipi di testamento : olografo, pubblico e segreto.
Il testamento olografo deve essere, come da noi, scritto interamente a mano dal testatore dallo stesso sottoscritto con firma e/o impronta digitale, senza necessità di testimoni, quello pubblico devessere scritto o relato in presenza di almeno due testimonio di un pubblico ufficiale che possa attestare l'autenticità della firma (notaio, ufficiale comunale etc.) e perciò è altresí detto "Autentico". Il testamento segreto, il meno in voga, deve essere depositato presso un notaio e dallo stesso autenticato in presenza di due testimoni. Molte ambasciate, tra le quali quella francese, hanno un apposito servizio di custodia.
Detto ciò mi preme sottolineare come sia di estrema importanza richiedere, per la redazione di un testamento, di qualsiasi tipo si tratti, l'assistenza di un legale esperto e qualificato onde rispettare la forma ed evitare agli eredi eventuali contestazioni che ineluttabilmente comporterebbero anni di dolorose liti giudiali.
-- un'ultima domanda sul testamento: è obbligatorio redigerlo in lingua thai?.
@ no, non è obbligatorio, ma una buona traduzione in thailandese appropriatamente legalizzata è fortemente consigliata. Sarà poi bene fare molta attenzione e scegliere un'agenzia di traduzioni accreditata e richiedere la verifica della conformità della traduzione all'ambasciata.
-- che accade ai beni, case e terreni in particolare, intestati a società? E ai cosi detti leasing trentennali?
@ Per quanto riguarda le società si potrà disporre come detto poc'anzi, ma solo delle azioni a nostro nome. Per i leasing trentennali il discorso è più complesso e ancora soggetto a contestazioni. Buona norma sarebbe, all'atto della registrazione del leasing presso il catasto (Land Department) includere i possibili eredi quali cointestatari del lising stesso. Infine è bene sapere che gli stanieri possono sí ereditare beni immobili e terreni, ma con l'obbligo di alienarli entro un anno dall'assegnazione degli stessi, salvo poter richiedere una proroga che potrebbe o meno essere concessa in casi particolari.
-- esistono in Thailandia tasse di successione?
@ No, nessuna tassa di successione diretta è prevista dalla legge thailandese. Attenzione però al plus valore e all'eventuale rientro dei capitali in Italia o in altri paesi stranieri che verrà regolato dalle leggi in vigore laddove i capitali vogliano essere trasferiti.
-- bene, può dirci infine Dr. Ciambrelli, come "tecnicamente", o meglio in pratica, si debba agire in caso di decesso di un congiunto per poter esercitare i propri diritti sul suo patrimonio?
@ l'ideale sarà consultare uno studio legale qualificato e ottenere, anche attraverso procura, di essere nominati esecutori testamentari. Una volta ottenuta la nomina a procuratore testamentario e trascorsi i termini previsti dalla legge potremo disporre dei beni del De Cuius, non prima come molti erroneamente ritengono.